Blog momentaneamente fermo, riprenderò le pubblicazioni quando la mia vita sarà meno frenetica... :D

lunedì 27 giugno 2011

Lontani dal sole

In Slovenia, nella regione di Divača a 20 chilometri da Trieste, c'è uno dei sistemi di grotte e gallerie sotterranee più grande del mondo: il complesso di Škocjan, all'interno dell'omonimo parco regionale, inserito nel 1986 nella lista dei siti patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Il parco è facilmente raggiungibile in macchina dall'Italia (purtroppo è praticamente impossibile con altri mezzi, a meno di viaggi organizzati) e assicura visite guidate in tutte le lingue per il complesso di grotte principale e numerosi percorsi liberi per il parco e le grotte secondarie.

Ho visitato Škocjan proprio ieri, in compagnia di un bel gruppo di speleologi capitanati dalla coppia Gianni & Mila. Il parco assicura un'esperienza di immersione nella natura di ottima qualità e l'interno visitabile delle grotte è davvero splendido: la camera principale del complesso è la più grande d'Europa e la passeggiata lungo il fiume Reka sotterraneo, che romba cupo e ammanta l'aria di un'appena visibile nebbia fredda, è di indubbio fascino.

Immagini dal sottosuolo. Credit: park-skocjanske-jame.si.
Purtroppo proprio la sezione guidata delle grotte non è fotografabile, per discutibili politiche interne del parco: trovo ormai demenziale questo tipo di divieti, miranti per lo più a dirottare i visitatori verso il classico negozietto all'uscita. Ma se si potessero fare liberamente foto, queste poi girerebbero, soprattutto su web, e verrebbero viste da un numero enorme di persone che potrebbero essere invogliate a visitare il parco. Tanto non è che vedo una foto amatoriale di una grotta ed esclamo: "bene, ora ho visto tutto, inutile andarci!".
In ogni caso non sarebbe stato un compito facile, perché la scelta è quella di mantenere l'illuminazione interna al minimo, per non rovinare la suggestione dell'oscurità naturale che domina questi ambienti sotterranei. Una scelta interessante e agli antipodi rispetto a quella delle grotte di Frasassi, per esempio, che mira più allo stupore e alla commistione dell'avventura speleologica con aspetti artistici e teatrali.

La passeggiata interna è lunga circa tre chilometri e dura un paio d'ore, con una guida che spiega sia la storia delle grotte che alcuni elementi di geologia e speleologia, attraversando le due camere principali del complesso: la camera del Silenzio e quella del Rumore, nomi dovuti dalla presenza o meno della voce del fiume sotterraneo Reka (che in sloveno significa banalmente fiume).

I percorsi liberi esterni sono molto più lunghi, ma altrettanto suggestivi, perché si può entrare e uscire più volte nel complesso sotterraneo attraverso diversi ingressi sparsi lungo la strada. In questo caso le fotografie sono possibili, ecco quindi una breve foto-cronaca della gita.


La speleologia è sicuramente una scienza affascinante, piena di caratteristiche peculiari, ma richiede un pizzico di follia. Da un punto di vista pratico si tratta di infilarsi in un ambiente lontano anni-luce da quello naturale della specie umana, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con la luce e con il tempo. Gli speleonauti, per esempio, sono coloro che fanno veri e propri esperimenti sui ritmi circadiani e sul comportamento umano in condizioni di privazione. Non è difficile però immaginare l'eccitazione e la soddisfazione di un appassionato che dopo aver scavato per ore in un luogo in cui ritiene di trovare un passaggio a una camera sotterranea, viene investito da un piacevole soffio di aria fredda.
In Italia esiste un movimento molto importante di speleologi, sempre più organizzati su Web e coordinati dalla Società Speleologica Italiana, ma a livello ufficiale di formazione e di educazione c'è ancora poco rispetto ad altre realtà come quella francese.
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