Blog momentaneamente fermo, riprenderò le pubblicazioni quando la mia vita sarà meno frenetica... :D

venerdì 24 giugno 2011

La ventiseiesima ora

Ovvero, attraversare l'Italia in treno per poi esclamare all'arrivo: "mai più!".

Squillace - È il primo pomeriggio di mercoledì 22 giugno. Normalmente salgo a Trieste l'ultima domenica del mese per frequentare la settimana di master alla SISSA. Questa volta, per l'ultimo capitolo di questa lunga avventura, diverse situazioni ed eventi si incastrano in tal modo che decido di partire qualche giorno prima: devo passare per Firenze a causa di alcuni appuntamenti presso il LENS e ne approfitto per proseguire verso la destinazione friulana. È la prima volta che viaggio senza prenotare con un buon anticipo...

Vista di Squillace e del suo
castello normanno.

Devo essere a Firenze la mattina del giorno dopo, giovedì 23 giugno, quindi controllo per primi i voli dall'aereoporto di Lamezia Terme. Niente di diretto, fanno tutti scalo a Roma, non è possibile arrivare a Firenze prima delle 14:00. L'unica opzione è prendere la sera stessa del mercoledi l'Inter City notturno che da Palermo va a Milano oppure a Venezia. Nel primo caso, passaggio a Lamezia Terme alle 21:40, arrivo a Firenze alle 6:30 del giovedì.

Ingresso della stazione di
Lamezia Terme Centrale. Da Wikipedia.
Lamezia Terme - L'IC 1926 giunge a Lamezia con 5 minuti di ritardo, una puntualità mai vista prima. Il viaggio inizia sotto i migliori auspici: sistemo la cucceta, saluto tutti, bacio della buonanotte alla Iaia, sveglia puntata alle 6:00. Dormo benissimo, molto meglio che in qualsiasi altro viaggio notturno in treno.

Caserta - Alcune voci mi svegliano, sento un po' di baccano sul corridoio. Il treno sta viaggiando, ma rallenta per entrare in una stazione. Controllo l'ora e mi suona la sveglia tra le mani: le 6:00. "Urca, siamo quasi arrivati!". Siamo fermi, guardo fuori: Caserta! Quattrocentoventi chilometri in sette ore e mezza!! Velocità media di 56 km/h!!!

Una banchina della stazione di
Roma Tiburtina. Da elisabistocchi.org.
Verso Roma - Sono le 7:00 passate e in un'ora non c'è stato verso di incontrare un controllore, le divise si sono tutte volatilizzate. Finalmente trovo la cabina del capotreno e busso senza troppi riguardi. È un ragazzo giovane, che mi spiega che ci siamo fermati due volte in due stazioni per due ore l'una a causa di furti di rame. Siamo stati fermi per più di metà viaggio, ecco perché ho dormito così bene! Gli propongo di ridarmi i soldi del biglietto, di farmi scendere a Roma e pagarmi il biglietto dell'Alta Velocità per Firenze. Scrolla le spalle: "guarda che a Roma arriviamo a Tiburtina alle 8:20, poi devi arrivare a Termini e poi sono altre due ore di AV. Noi dovremmo arrivare alle 10:30 a Firenze, non so se ti conviene". E no che non mi conviene, decido di rimanere sul treno. Sposto i miei appuntamenti al LENS nella tarda mattinata.

Stazione ferroviaria di Firenze
Campo di Marte. Da Wikipedia.
Firenze 1 - Le previsioni del capotreno si rivelano (ma guarda!) sbagliate, arriviamo in stazione a Campo di Marte alle 11:25. Cinque ore di ritardo! Mattinata buttata al vento, prendo il trenino per Santa Marina Novella, poi il 57 per il Polo Universitario di Sesto Fiorentino. Approdo al LENS alle 12:30 e ovviamente le persone con cui devo parlare mi propongono di vederci dopo pranzo. Insalata di farro e una bella chiacchierata con Massimo Inguscio, la giornata comincia nonostante tutto a ingranare.

Stazione centrale di Firenze
Santa Maria Novella.
Da grandistazioni.it.
Firenze 2 - Il piano era prendere l'AV per Venezia Mestre alle 16:30 da Firenze SMN, ma lo spostamento degli incontri a dopo pranzo non mi permette di essere in stazione prima delle 17:10. Grazie a una lungimirante intuizione non avevo prenotato prima il biglietto, quindi fila alle macchinette automatiche, che il treno parte alle 17:30. Seleziono destinazione Venezia Mestre. Ore 17:30: posti esauriti! Ore 18:30: posti esauriti!! C'è posto solo dalle 19:30!!! E no, pure questa no! Corro sul binario, chiedo alla prima divisa che incrocio un decimetro quadrato di spazio sul treno, anche in piedi. "Certo, fammi vedere il tuo biglietto". "Veramente non ho nessun biglietto, non posso farlo perché i posti sono esauriti". "Ah, ma se hai quello della corsa successiva posso anticipartelo con soli 8 euro di sovrattassa. Se invece lo fai a bordo, sono 50 euro in più!". Ma pure quello delle 18:30 ha i posti esauriti, quindi niente partenza alle 17:30. Il piano diventa: prendo il biglietto del treno delle 19:30 e salgo su quello delle 18:30. Nuova fila alle macchinette, dieci minuti dopo la prima... ore 19:30: posti esauriti! Soluzione successiva alle 21:30!! E da Venezia Mestre alle 23:30 sarebbe impossibile raggiungere Trieste!!!

Banchine della stazione di
Firenze Rifredi. Da Wikipedia.
Firenze 3 - Bene, gli dei sono evidentemente adirati con me, ma non mi perdo d'animo (a proposito, ho specificato che dalle 22:00 del giorno prima sono solo con un'insalatina di farro?). Chiedo alla maledettissima santa macchinetta una soluzione da Firenze a Trieste: eccola, l'Inter City delle 18:30 che va a Venezia Mestre e poi prosegue. Solo che parte da Firenze Rifredi! E io c'ero passato davanti con il 57 quasi un'ora prima tornando dal LENS. Prendo il biglietto, corro verso il treno per Pistoia che ferma a Rifredi. Ok, ore 18:00, sono a Rifredi, ho mezz'ora di pausa. Pizza a taglio e schifezze varie per l'ultima tratta... son solo cinque ore, che problema c'è?

Stazione di Trieste Centrale.
Da banhbilder.de.
Trieste - Ore 23:40, stazione di Trieste Centrale. Sono trecentonovantacinque chilometri da Firenze, velocità media di 80 Km/h. Sono passate esattamente 26 ore dalla mia partenza da Lamezia Terme, di cui 18 ore e mezza in treno (70 km/h di media su 1280 chilometri) e 2 ore su tratte urbane di autobus o trenino. Chiudo la giornata stramazzando sul letto (a proposito, fino al pomeriggio non ero certo di avere un posto per la notte, ma questa è un'altra storia... grazie Gianluca!) e ripensando alla chiusa di un recente post di Marco Cattaneo:
La prossima volta che sento qualcuno parlare di ricerca e innovazione in questo paese sciolgo i cani e lubrifico la doppietta del nonno.
Amen.
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