Il film capofila, il cui indimenticabile colonnello Jack O'Neill è interpretato da un ottimo Kurt Russell (1997: Fuga da New York, La Cosa, Fuga da Los Angeles) ha saputo miscelare alla grande elementi classici e moderni della fantascienza, calando lo spettatore in un mondo antico, quello egiziano, riletto da una prospettiva completamente nuova, quella della deportazione aliena. Un elemento chiave che ha aperto le porte a un filone narrativo incredibilmente fertile.
Dopo il successo del film (196 milioni di dollari), si è subito parlato di sequel dato che i piani degli sceneggiatori prevedevano un'intera trilogia. Alla fine ha però prevalso una logica che all'epoca era ancora emergente: fare di Stargate una serie tv.
Stargate SG-1 ha battuto tutti i record di genere, superando anche la serie regina degli anni '90, X-Files. Chiave del successo, oltre all'infinita ricchezza della trama, la tagliente ironia del protagonista delle prime otto stagioni: l'immenso Richard Dean Anderson (MacGyver) nei panni del prima colonnello e poi generale Jack O'Neill.
All'inizio dell'ottava stagione di SG-1, parte il primo spin-off della serie: Stargate Atlantis cambia totalmente le carte in tavola e porta lo spettatore lontano da tutto quello che ha conosciuto fino ad allora, in un'altra galassia, quella di Pegaso. Si ritrovano vecchi personaggi, ne appaiono di nuovi, la storia in qualche modo stenta a decollare, ma il traguardo delle 100 puntate è lì a certificarne il successo. Le logiche di base sono le stesse di SG-1 (esplorare sempre e comunque, contrastare una razza nemica potente e senza scrupoli), ma qui c'è di fondo il tema della responsabilità di una civiltà nei confronti di quelle con cui viene a contatto.
La fine di Stargate Atlantis non può che lasciare tutti i fan con un vuoto, presto riempito dall'annuncio di un secondo spin-off della serie. Stargate Universe fa molto discutere fin dalle prime indiscrezioni e viene travolto quasi subito da critiche e dubbi: con il cast di adolescenti previsto, non verrà fuori un teen drama spaziale? Il bello è che la MGM, insieme ai produttori e agli sceneggiatori, ascolta in qualche modo le risposte dei fan e ricalibra la serie, proponendo alla fine un prodotto maturo e ben confezionato. Un confronto diretto con SG-1 sarebbe fuori luogo: quello Stargate è e rimarrà inarrivabile per chiunque l'abbia vissuto per un decennio della propria vita.
Addio Jack, Daniel, Samantha, Teal'c, George, Janet, Jonas, Vala, Cameron, Hank, John, Teyla, Rodney, Carson, Aiden, Elizabeth, Ronon, Richard, Jennifer, Nicholas, Everett, Matthew, Chloe, Eli, Tamara, Ronald, Camille... mi avete accompagnato da quando avevo 14 anni, avete riempito giorno dopo giorno gli ultimi tre, avete assistito ai primi passi della mia splendida storia con Iaia. Perché alla fine, per quanto bella sia una cosa, non ha significato se non viene condivisa con la persona giusta.
Buon viaggio a tutti... oltre il Chappa'ai!
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