Blog momentaneamente fermo, riprenderò le pubblicazioni quando la mia vita sarà meno frenetica... :D

sabato 28 maggio 2011

Trenta volte fisica

Ispirato dal tema del Carnevale della Fisica di questo mese, "Trent'anni di fisica", ho giocato un po' con il Google N-gram Viewer, un portentoso strumento che permette di ricavare la frequenza di gruppi di parole all'interno del corpus di Google Books. Il conteggio avviene per anno, quindi il risultato è l'andamento dell'occorrenza di una particolare frase all'interno di cinque milioni di libri (ho usato il corpus googlebooks-eng-all-20090715). Tutti i dettagli, soprattutto per quanto riguarda la normalizzazione, sono nella pubblicazione ufficiale di Jean-Baptiste Michel et al., che Science distribuisce solo agli utenti registrati (non mi è chiaro se bisogna anche pagare). Ho messo il link diretto alla ricerca su Google Scholar, che permette di scaricare liberamente sia l'articolo (secondo risultato) che i materiali aggiuntivi (primo).

Avevo già usato questa applicazione per confrontare la rilevanza culturale (si fa per dire) delle varie scienze nel corso degli ultimi due secoli, questa volta mi sono concentrato sulla fisica e sull'ultimo trentennio, dal 1978 al 2008, ultimo anno disponibile. Da Wikipedia ho preso le branche della fisica (classical mechanics, electromagnetism, statistical mechanics, thermodynamics, quantum mechanics, relativity) e ne ho confrontati gli andamenti, notando che non ci sono grandi variazioni nel periodo considerato. Negli anni '90 sottolineo però l'aumentato interesse per meccanica quantistica (quantum mechianics) e relatività (relativity), la cui conciliazione è una delle principali sfide della fisica contemporanea (clicca sui grafici per ingrandire).

Andamento dell'occorrenza nei libri (da Google Books) degli n-grammi associati alle branche della fisica (da Wikipedia) lungo il periodo 1978-2008.
Mi piace sottolineare che queste non sono propriamente immagini, ma richieste sotto forma di URL al server che risponde in tempo reale con un'immagine png.

Sempre Wikipedia elenca anche i campi di ricerca, vale a dire applied physics, astrophysics, atomic molecular and optical physics, biophysics, condensed matter physics, geophysics, particle physics.  A quanto pare sono tutti andamenti declinanti negli ultimi anni, ma balzano all'occhio gli exploit di biofisica, astrofisica (e un po' di materia condensata) alla fine degli anni '80, prima metà degli anni '90.

Andamento dell'occorrenza nei libri (da Google Books) degli n-grammi associati ai campi di ricerca in fisica (da Wikipedia) lungo il periodo 1978-2008.
È ovvio che tutte queste considerazioni, a parità di dataset di libri, dipendono molto dai termini usati nella ricerca. A questo proposito mi sembra più interessante usare la classificazione di arXiv, sempre per quanto riguarda la fisica (le macro-categorie, non la suddivisione più fine). In questo caso si nota per esempio il crollo di nuclear physics proprio all'indomani dell'incidente di Chernobyl del 1986. Ma anche, ancora una volta, l'aumentato interesse per le due grandi teorie fisiche, la meccanica quantistica (quantum physics) e la relatività generale (general relativity), e la sostanziale nascita della cosmologia quantistica (quantum cosmology).

Andamento dell'occorrenza nei libri (da Google Books) degli n-grammi associati alle sezioni di arXiv del campo Physics (da arXiv) lungo il periodo 1978-2008.
Quanto ci può dire un tale divertissement sull'influenza di questi concetti sulla cultura? I libri analizzati sono molti e molto variegati, i dataset degli n-grammmi sono pubblici, normalmente di Google ci si può fidare. Addirittura il lavoro di Michel e compagni ha fondato una nuova disciplina, la culturomica: l'indagine quantitativa delle tendenze culturali a partire dai testi scritti. Una scienza basata però su un solo strumento, Google N-gram Viewer. Su un solo gruppo di dataset, quelli che i ricercatori hanno preparato da un corpus non totalmente e liberamente accessibile. In mano a un solo soggetto, Google. Un bellissimo giocattolo, che dimostra una volta di più quanto potenti e utili possono essere le tecnologie digitali.
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