Blog momentaneamente fermo, riprenderò le pubblicazioni quando la mia vita sarà meno frenetica... :D

giovedì 7 luglio 2011

Ispirazione dello scienziato e rigido metodo dello scrittore

Bruno Arpaia
Torno a bomba dopo una settimana di stop. Il master della SISSA è appena finito, incluse feste ed emozioni legate ai saluti ai tanti compagni di viaggio di questi due anni di avventure comunicative. La mia assunzione presso il LENS di Sesto Fiorentino è poi ufficiale (sì, il sito è la prima cosa a cui metteremo mano), quindi le giornate sono piene di cose da fare, ma va tutto per il meglio.
Ieri sera ho comunque trovato il tempo per passare al Planetario di Roma, che ospita per tutto il mese di luglio la manifestazione Astrosummer 2011. Non ero mai stato al planetario della capitale (mea culpa) ed è stata una piacevole serata: si è parlato della professione degli astronomi come è nata e come è oggi, con lo spettacolo "La vita segreta degli astronomi" di Giangiacomo Gandolfi.
Il vero motivo che mi ha portato nei locali del Museo della Civiltà Romana dell'EUR, però, è stata la presentazione del libro "L'energia del vuoto" (ne ho già parlato qui) da parte dell'amico Bruno Arpaia. Magari amico è un parolone, ma l'anno scorso, durante il primo di master, ho avuto il piacere di averlo come docente del corso di "Tecniche della narrazione" e abbiamo avuto modo di discutere molto di scienza e letteratura.

Il buon romanzo di Bruno Arpaia è finalista al premio Strega di quest'anno, stasera stessa ci sarà la cerimonia di premiazione presso il Ninfeo di Villa Giulia in diretta anche su Rai Uno alle 23:25.
"L'energia del vuoto" di Bruno
Arpaia (Guanda, 2011)
Ieri, all'interno della cupola del planetario, l'autore ha spiegato in una mezz'oretta la sua visione della scienza, dell'arte e in particolare della letteratura, facendo emergere le motivazioni e le logiche alla base del suo ultimo lavoro. Tre le missioni impossibili che si è prefissato: dimostrare che non c'è nessuna separazione tra le due culture à la Snow; che ci sono molti più punti di contatto tra la pratica scientifica e quella artistica di quanto si creda; che il suo romanzo comunica proprio questi concetti, sia esplicitamente con la storia e le dinamiche dei personaggi, sia con la sua struttura stessa.
Mi piace molto l'approccio di questo romanziere nei confronti della scienza, direi che in certi casi è anche più avanzato di quello di molti scienziati. È curioso avvertire la passione incredibile che ha verso i concetti fondanti, ma difficili, della fisica contemporanea, in particolar modo quelli legati alle proprietà e alla natura del tempo. È uno scrittore un po' sui generis: laureato in scienze politiche, ma frequentatore abituale di arXiv.
Sapremo stasera se la fisica di LHC riuscirà a conquistare il tempio della narrativa italiana. Qualcuno se lo auspica per vedere finalmente un cambio di rotta nella concezione che storicamente l'Italia ha della scienza, ma alla base di questi concorsi si muove un sottobosco che ha ben poco a che fare con la cultura, scientifica o umanistica, o entrambe o nessuna, che sia. Niente di scandaloso, come invece le onnipresenti polemiche suggeriscono: viviamo in un mondo in cui i libri sono fatti per essere venduti e apparteniamo a una specie i cui individui sono sensibili alle interazioni tra simili. Meglio se amici o parenti, datori di lavoro o finanziatori.
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